Premessa

La presente ricerca - alla quale seguirà un più ampio studio, in cui sarà affrontata la concezione whiteheadiana del valore in rapporto a quella di Nicolai Hartmann - concerne il problema dell'arte e quello dei suoi rapporti con la civiltà nella filosofia di A. N, Whitehead.
In una civiltà prevalentemente tecnologica, qual è la nostra, un approccio critico all' arte ed al suo fondamento è tuttora un problema centrale dell'indagine filosofica. Che cos'è l'arte, e «perché» l'arte ? Che cos'è l'esperienza estetica, e «perché» l'esperienza estetica ? Che cos'è l'esperienza artistica, e «perché» l'esperienza artistica ? Qual è il sentimento del bello, e «perché» si dà il sentimento del bello? L'arte, pur come esperienza singola, individuale, non presuppone tuttavia un quadro di riferimento più ampio ? E, ancora, quale significato, quale posto ha l'arte nella società
civile? L'arte è in declino nella civiltà attuale? Whitehead ha efficacemente risposto a questi interrogativi, indicando, anche, linee di ricerca che aprono ad indagini ulteriori.
A chiarimento del problema cruciale della presente ricerca sono stati preliminarmente considerati i capisaldi della «Weltanschauung» di Whitehead, per il profondo nesso che vi è fra questa e la whiteheadiana teoria dell'arte. Non è un caso che, in Whitehead, ogni spiegazione di una particolare e determinata dimensione dell'esperienza (scientifica, morale, estetica, educativa, religiosa) sia sempre integrata nella generale visione del processo storico della realtà. Sta di fatto che, attraverso l'analisi delle nozioni primarie di «entità reale», di «principio ontologico», di «prensione», di «nesso» e, insieme, degli elementi formativi di «creatività», di «oggetto eterno», di «Dio», è stato possibile individuare un «principio» che può ben valere sia come punto di partenza, sia come modello interpretativo della complessa speculazione whiteheadiana: ci riferiamo all'esperienza immediata, integrale, elementare il cui carattere originario è «emozionale». Il «feeling», come un immediato sentire, ci informa dell'organicità vivente dell'esperienza, tendente verso la soddisfazione, verso un orizzonte ideale.
Esteticità cosmica, dunque, e presenza del valore nel mondo.
La filosofia è una sfida alle «ovvietà» del senso comune; essa concentra l'attenzione sulla totalità dei fatti umani, sui fatti irriducibili e ostinati e sui valori che i fatti stessi della vita manifestano, per comprenderli e armonizzarli in una visione unitaria della realtà. Ciò rappresenta il cardine morale della filosofia dell'eterno processo, creativo nel senso della coordinazione del molteplice e, perciò stesso, della sua ideale unità.
Una filosofia della vita che, come tale, non si limita a criticare e quindi a correggere e integrare i vari ambiti scientifici, ma rende giustizia a tutti i fatti, estetici, educativi, morali, religiosi, ed anche ai dati stessi delle scienze naturali e sociali, ponendosi, in tal modo, come la «vera fondazione del pensiero e della vita», come il fattore decisivo che plasma la civiltà. Anche la scienza, naturalmente, è interessata ai fatti concreti della realtà, ma le sue esperienze sono unilaterali, superficiali, perché non considera l'esperienza nel suo complesso. Sotto questo profilo, la scienza, pur svolgendo una funzione importante nella filosofia di Whitehead, non può proporre un'analisi totalizzante della realtà. Fra scienza e filosofia vi è, pertanto, un rapporto-divisione. Il sapere filosofico e quello scientifico sono «aspetti diversi di un'unica grande impresa della mente umana», giacché entrambi si rivolgono all'elevazione e al miglioramento socio-culturale degli uomini.
La filosofia, in particolare, per il suo costante riferimento al mondo del « feeling », all'esperienza immediata e concreta, che è la matrice ultima di tutte le astrazioni, è «funzionale» nel processo; essa opera un'analisi delle possibilità, mettendole a confronto. I suoi doni più preziosi sono la «penetrazione» e la «previsione», e un certo «senso del valore della vita, quel senso di ciò che importa, che dà vigore ad ogni sforzo civile».
Il valore ha una funzione pervasiva rispetto all'esistenza e al mondo, esso non s'incontra alla fine di un processo intellettivo, ma esprime il carattere intrinseco dell'esperienza immediata. La vita umana è un'«avventura» verso la ricerca e il compimento del valore. Il mondo (concreto non può essere irretito fra le «maglie» della scienza. L'umanità deve salvaguardare la «grandezza» delle diverse dimensioni dell'esperienza, così da accrescerne 1'«importanza».
La morale, l'educazione, la religione, l'arte sono le «forze dirompenti ed energetiche della civiltà».
Alla luce di questi presupposti generali abbiamo affrontato gli aspetti più significativi della teoria del valore nel suo dispiegarsi nell'esperienza estetica e nell'arte, peraltro considerate in una più ampia prospettiva, cioè nel loro rapporto con l'educazione e la civiltà.
L'arte, nel suo senso specifico, è attività creativa rivolta all'arricchimento valorativo della trama del reale. L'arte è persuasione, è protesa verso gli altri, si rivolge alla comunità umana e si attua in funzione comunicativa. L'arte è valore, ma il suo valore si afferma solo per la suggestione estetico-ideale che esercita nella vita della comunità. In tale prospettiva la funzione educativa dell'arte appare perspicua. L'arte, come l'educazione, dispone al sentimento dei valori, alla creazione e ri-creazione del senso dei valori e, ancora, consente di riproporre le vicende umane in una dimensione armonica, nuova e libera. L'educazione tende a realizzare nell'uomo la comprensione dell'arte di vivere, la funzione dell'arte è di liberare ed elevare la vita, così da intensificare la sensibilità e la gioia di vivere. Sicché non riconoscere la funzione educativa dell'arte è tradire la finalità stessa dell'educazione.
La storia dell'umanità è un'avventura, scandisce i momenti dell'incessante aspirazione alla civiltà, è un movimento verso le più alte perfezioni dell'armonia. La civiltà esprime un ideale carico di dinamicità. Anche l'arte è avventura, aspirazione cosciente alla verità, alla bellezza, alla perfezione, all'armonia, Così l'arte è civiltà.
In questa direzione, l'umanità raggiunge la «Pace» che è la matura qualità della mente, «ferma nella sua fiducia che nessuna azione bella possa andare perduta».

F. C.

Salerno, Università, ottobre 1982