81. SMW, p. 85; tr. it., p. 79. Aggiunge Whitehead: « Una civiltà che non può sfuggire al dominio delle sue astrazioni correnti è condannata alla sterilità dopo un brevissimo periodo di progresso ».


82. Cfr. SMW, p. 126-127; tr. it., p. 110: « Dobbiamo dunque tener presente le basi del nostro metodo di analisi. Io sostengo che la filosofia è la critica delle astrazioni. La sua parte è duplice; in primo luogo quella di metterlo in armonia assegnando loro la loro esatta posizione relativa al loro essere astrazioni, in secondo luogo quella di completarle con un paragone diretto con delle intuizioni più concrete dell'universo, provocando così la formazione di sistemi di idee più completi. [...] La filosofia non è una scienza particolare munita di un piccolo sistema di astrazioni che essa elabora perfezionandole e migliorandole. E' uno studio generale delle scienze ed ha per scopo speciale di mettere le scienze in armonia fra loro e di completarle. La filosofia, per far ciò, utilizza non solo la testimonianza delle scienze prese separatamente, ma anche un proprio riferimento all'esperienza concreta. Confronta le scienze coi
fatti concreti ».


83. AI, p. 140; tr. it., p. 183. Per Whitehead la filosofia e la scienza hanno avuto entrambe origine dalla «curiosità», dall'esigenza della ragione di comprendere le situazioni concrete dell'esperienza. In altre parole, quando gli uomini non si sono più accontentati dell'abitudine della routine, della «nuda ambiguità» dei fatti, e si sono, perciò, resi conto che ogni evento « esemplifica un principio che è suscettibile di essere enunciato astrattamente dalle sue esemplificazioni particolari», allora la filosofia e la scienza ebbero inizio. Cfr. AI, p. 141; tr. it., p. 184.


84. Whitehead propone, come si sa, la sua cosmologia in alternativa a quella del materialismo scientifico o, più semplicemente, del materialismo. La sua «filosofia dell'organismo » o, se si preferisce, la sua cosmologia del processo rigetta tutte le premesse fondamentali della cosmologia materialistica, quali, ad esempio, il concetto di spazio assoluto o di tempo assoluto, considerato, quest'ultimo, come un'unica serie temporale. Sulla base di ciò, si può meglio intendere l'asserzione di Whitehead, secondo cui la « separazione della filosofia e della scienza naturale, dovuta al predominio del materialismo newtoniano, è indicata dalla divisione della scienza in 'scienza morale' e 'scienza naturale'». Il che, in conseguenza, porta all'idea che il sapere filosofico concerne « argomenti riguardanti la mente», mentre la scienza naturale s'interessa di «argomenti riguardanti la materia ». Ora, sempre secondo Whitehead, è da questa divisione di interessi che è derivata una netta contrapposizione, un vero e proprio « antagonismo » fra filosofia e scienza naturale, che ha « prodotto disastrose limitazioni di pensiero da entrambi i lati. La filosofia ha cessato di esigere la generalità che le è propria, e la scienza naturale si è accontentata del ristretto cerchio dei suoi metodi ». Cfr. FR, pp. 50, 61; tr. it., pp. 54, 67.


85. Cfr. AI, p. 146; tr. it., p. 190.


86. AI, p. 140; tr. it., p. 183.


87. Cfr. FR, p. 51; tr. it., p. 55.


88. Cfr. FR, p. 59; tr. it., p. 63. « Fin dove i filosofi non sono riusciti, gli scienziati non sanno quel che dicono quando ricercano i loro metodi; e laddove i filosofi sono riusciti, nella stessa proporzione gli scienziati possono raggiungere la comprensione della scienza. Con il successo della filosofia, le cieche abitudini del pensiero scientifico sono trasformate in spiegazione analitica».


89. PR, p. 7; tr. it., p. 51.


90. AI, p. 146; tr. it., p. 190. Il corsivo è nostro.


91. Cfr. AE, p. 108; tr. it., p. 158: « La scienza è essenzialmente logica. Il nesso tra i suoi concetti è un nesso logico, e le basi per le sue particolari affermazioni sono basi logiche ».


92. AE, p. 109; tr. it., p. 159.


93. CN, pp. 167-168; tr. it., p. 150. La parentesi è nostra. Cfr. anche CN, pp. 2, 28-29, 30, 39-41, 169-170; tr. it., pp. 4, 27, 8, 37-38, 151-152; PR, p. 327; tr. it., p. 624.


94. Cfr. CN, p. 41; tr. it., p. 38.


95. FR, p. 54; tr. it., p. 58.


96. FR, p. 54; tr. it., p. 58.


97. FR, pp. 54-55; tr. it., p. 59.


98. SMW, p. 27; tr. it., p. 37 .


99. AE, p. 105; tr. it., p. 154. Cfr. anche CN, pp. 42, 97-98, 141; tr. it., pp. 39, 89, 127.


100. Cfr. SMW, pp. 5-6, 27; tr. it., pp. 20-21, 37.


101. SMW, p. 65; tr. it., p. 64.


102. FR, pp. 55-56; tr. it., pp. 60-61.


103. SMW, p. 46; tr. it., pp. 50-51.


104. Cfr. SMW, p. 148; tr. it., p. 126: « In ogni ramo della scienza vi è sempre un progresso reale, anche rapido, pur essendo ben chiuso nell'ambito acquisito in ciascun campo ».


105. SMW, p. 225; tr. it., p. 183.


106. Cfr. PR, pp. 9-10; tr. it., pp. 54-55: « Il campo di una scienza particolare è limitato ad un solo genere di fatti, nel senso che non si fa nessuna affermazione riguardo a fatti che stanno fuori da quel genere. Il fatto stesso che una scienza, che riguarda un gruppo di fatti, sia sorta spontaneamente, garantisce che fatti di quel tipo hanno fra loro rapporti ben definiti che sono evidentissimi a tutta l'umanità. L'evidenza comune delle cose sorge quando la loro apprensione esplicita comporta un'importanza immediata ai fini della sopravvivenza o del piacere - cioè a dire, ai fini dell' 'essere' e del 'benessere'. Elementi dell'esperienza umana, isolati in questo modo, sono quelli riguardo ai quali la lingua è ricca e, dentro i propri limiti, precisa. Le scienze particolari, pertanto, si occupano di temi facili ad essere ispezionati ed espressi con parole».


107. Cfr. AI, p. 143; tr. it., p. 187. V. anche MT, p. 157; tr. it., p. 216.


108. PR, p. 10; tr. it., p. 56.


109. Cfr. PR, p. 10; tr. it., pp. 55-56: « Un fine della filosofia è dunque la sfida delle mezze verità che costituiscono i primi principi scientifici. La sistematizzazione del sapere non può essere fatta in compartimenti stagni. Tutte le verità generali si condizionano l'una con l'altra; e il limite della loro applicazione non può essere definito adeguatamente, indipendentemente dalla loro correlazione, operata da generalizzazioni ancora più ampie. La critica dei principi deve consistere principalmente nella determinazione del giusto significato da assegnare alle nozioni fondamentali delle varie scienze, quando queste nozioni siano considerate, rispetto al loro stato, l'una relativamente all'altra ».


110. AI, p. 144; tr. it., p. 188.


111. SMW, p. 26; tr. it., p. 36.


112. SMW, p. 25; tr. it., p. 35.


113. AI, p. 154; tr. it., p. 200.


114. AI, p. 158; tr. it., p. 205.


115. AI, p. 154; tr. it., p. 200.


116. Cfr. CN, p. 2; tr. it., p. 4.


117. AI, p. 159; tr. it., pp. 205-206.


118. Cfr. E. Paci, Dall'esistenzialismo al relazionismo, cit., p. 120.


119. AI, p. 98; tr. it., p. 131.


120. Cfr., ad esempio, UA, p. VI: «La giustificazione delle regole di inferenza in qualsiasi campo della matematica non compete propriamente alla matematica: è compito dell'esperienza e della filosofa. Il compito della matematica è semplicemente di seguire le regole» (i corsivi sono nostri); The Organisation of Thought, «Report of the 86th Meeting of the British Assn. for the Advancement of Science», 1916, ora in AE, p. 108; tr. it., pp. 157-158: «Uno dei punti su cui insisto maggiormente in questa conferenza è che la base della scienza non dipende dall'assumere come vera nessuna delle conclusioni cui può pervenire la metafisica; ma che sia la scienza che la metafisica partono dalle medesime fondamenta fornite dall'esperienza immediata, e che procedono per lo più in direzioni opposte nell'adempiere ai loro compiti diversi» (i corsivi sono nostri); Anatomy of Some Scientifc Ideas, in The Organisation of Thought, Educational and Scientifc, London, Williams and Norgate, 1917, rist. in AE, pp. 121, 153; tr. it., pp. 176, 224: « La caratteristica della scienza fisica é che essa ignora ogni giudizio di valore: per esempio, i giudizi estetici o quelli morali. Essa tratta esclusivamente con i fatti [...]. La sfera di pensiero che così rimane è anche troppo ampia per la scienza fisica. Essa includerebbe l'ontologia, cioè la determinazione della natura di ciò che veramente esiste; in altre parole, la metafisica. Da un punto di vista astratto questa esclusione della ricerca metafisica è un peccato. [...] La scienza non fa che rendere più urgente il bisogno metafisico. In se stessa essa contribuisce direttamente ben poco alla soluzione del problema metafisico. Ma essa dà un certo contributo, cioè mette in evidenza il fatto che la nostra esperienza delle cose sensibili apparenti è suscettibile di essere analizzata in modo da formare una teoria scientifica, una teoria in realtà non completa, ma che dà ogni promessa di uno sviluppo indefinito» (i corsivi sono nostri); CN, p. 32; tr. it., p. 30: «[...] non possiamo spiegare perché ci sia la conoscenza. Quindi la natura causale è una chimera metafisica, sebbene ci sia bisogno di una metafisica, il cui orizzonte deve trascendere i confini della natura. Il compito di tale metafisica non è di spiegare la conoscenza, bensì di interpretare, possibilmente nella sua completezza, il nostro concetto della realtà». I corsivi sono nostri.


121. Cfr. A. Deregibus, op. cit., p. 68.


122. Cfr. L. Actis Perinetti, op. cit., pp. V-VI, 48 ss.


123. Cfr. CN, pp. 4-5; tr. it., p. 6.


124. CN, p. 5; tr. it., pp. 6-7. I corsivi sono nostri.


125. SMW, p. 136; tr. it., p. 117.


126. I «1920 Books » comprendono Enquiry Concerning the Principles of Natural Knowledge (1919); The Concept of Nature (1920); The Principle of Relativity (1922); questi sono chiamati così dal Lowe, perché possono essere «considered as forming a unit ». Cfr. Understanding Whitehead, cit., p. 191.