2. Le entità reali, dunque, sono l'esperienza concreta nella sua
integralità e immediatezza(33).
L'esperienza, per Whitehead, è nesso di ordine e disordine, di determinatezza e
indeterminatezza, di permanenza e flusso, di verità e errore, di amore e odio; essa è
«rischio» e «avventura», è processualità e storicità. Il complesso mondo
dell'esperienza è organicità vivente. L'esperienza è reale perché è inserita
organicamente nel processo temporale. Si può dire che, rispetto ad altre analisi
dell'esperienza, quella di Whitehead segna senz'altro un maggiore approfondimento di
questa nozione, perché l'esperienza è un momento del processo che è insieme individuale
e storico e, in quanto tale, sempre tesa a trascendersi. L'accento posto sull'oggettività
dell'esperienza non esclude, ma anzi esige il costante richiamo ontologico, se, come sarà
chiaro più avanti, l'esperienza e tutti i suoi elementi vanno riferiti ad un preciso
schema metafisico, per essere interpretati e spiegati.
Il carattere organico dell'esperienza immediata esclude distinzioni e separazioni(34). La dimensione originaria
dell'esperienza è «un atto di feeling», è emozionale, prima ancora
che percettiva e sensoriale.
Il feeling ci dà il senso generale della nostra esistenza.
L'esperienza immediata, in quanto tale, non s'identifica né con la conoscenza, né con la
coscienza.
La conoscenza è «un fattore» dell'esperienza; non è tutta l'esperienza(35). Whitehead respinge l'ideale di una
conoscenza pura(36). La conoscenza,
proprio perché trova il suo fondamento nell'esperienza emozionale, è costituita dalla
percezione sensoriale(37) e dalla sua
comprensione in termini di pensiero e di linguaggio(38). Noi percepiamo non solo i dati, ma anche il nostro corpo
con il mondo in cui esso vive(39). Se,
quindi, l'esperienza immediata si rivela nell'osservazione del mondo così come ci è
dato, del mondo attuale che include anche gli uomini, quest'ultima è la sola a dare
ragione della presenza in noi di qualsiasi pensiero.
Il pensiero si radica nella stessa esperienza immediata.
Non vi è contrasto tra il fatto e il pensiero, perché quest'ultimo, «senza alcuna
relazione con il vasto mondo dell'esperienza, è infecondo»(40). V'è azione reciproca tra il momento empirico e quello
razionale. La ragione è dinamica, organica, è implicata in «ogni atto di esperienza»(41); essa, perciò, non è astratta e
formale. In altre parole, la ragione è funzionale solo nella misura in cui assolve il suo
compito in ordine alle esigenze del processo stesso quale progressivo concrescere.
E' in tale prospettiva che la realtà è vita, e l'avventura della vita è opera della
ragione, di una ragione «come forza cosmica tesa al rinnovamento e al progresso»(42).
La coscienza non rappresenta il carattere predominante della ragione; né la coscienza è
un «elemento necessario nell'esperienza mentale. La più bassa forma di esperienza
mentale è cieco impulso verso una forma di esperienza, cioè, una spinta, una forma
per realizzarsi»(43). In conclusione,
la coscienza è un «modo d'attenzione», è il punto focale del «contrasto fra
Attualità ed Idealità, cioè, fra i prodotti del polo fisico e quello mentale
dell'esperienza»(44).
Ma l'esperienza immediata, elementare, integrale non può neanche essere confusa con il
senso comune.
Il senso comune («common sense») oltrepassa già il flusso di emozioni, percezioni,
sensazioni che costituiscono la nostra immediata esperienza di vita; esso ci pone di
fronte ad un mondo già parzialmente ordinato, ad un mondo «ovvio» e, perciò stesso,
non corrispondente a «ciò che si trova effettivamente nell'esperienza»(45). In effetti, l'esperienza non è
«interrogata con la ottusa brutalità del senso comune»(46). Al di qua delle «ovvietà» del senso comune e dei suoi
fatti vi è la percezione diretta dell'«efficacia causale» («causal efficacy») e
dell'«immediatezza della presentazione» («presentational immediacy»).
La percezione nel modo causale è vaga e indistinta; essa, come tale, è presente in tutti
gli esseri e non solo negli uomini. L'efficacia causale, come esperienza originaria,
istituisce il profondo contatto immediato con l'aspetto intrinseco della realtà(47).
Il modo della immediatezza della presentazione è la percezione del «mondo esterno
contemporaneo», costituentesi mediante i cinque sensi. Una percezione sensoriale, questa,
che è chiara e distinta, anche se superficiale(48). Ma sta di fatto che sia 1'«efficacia causale» che
1'«immediatezza della presentazione» esprimono una «ricognizione diretta»
dell'esperienza immediata. Ed è proprio dalla descrizione e comprensione di questo tipo
di esperienza che deve prendere le mosse una «filosofia consapevole di sé»
(«self-conscious philosophy»)(49).